GIRO, GIRO, TONDO

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Nel millennio passato ad assistere al rientro nel parco chiuso finale si radunava sempre una piccola folla per assistere ai tondi dei vincitori, poi è arrivato il nuovo millennio e i paladini del politicamente corretto, del bene e del male, educativo e diseducativo e così la tradizione dei tondi è stata sepolta. Peccato oggi nelle stracittadine non si smette di girare in tondo.

La speciale spettacolo nel parco di Auckland coreograficamente è stata una sorta di piccolo capolavoro, con delle barriere di protezione basse ed esteticamente in sintonia con i colori del parco, ed erano davvero molte le inquadrature senza reticolati di fettuccia, oppure strisciate pubblicitarie sistemate malamente dove capita. Una speciale cittadina allestita in maniera perfetta in grado di fondere la poesia della gara con quella di un ordinato parco neo zelandese. Unica nota stonata il solito abuso di tondi, troppi cambi di direzione dove fare il solito giro intorno a un punto fermo, ma non contenti delle gomme fumanti hanno pensato bene di richiedere ben due giri ad ogni boa che segnava il cambio di direzione. Un esagerazione che qualcuno ha deciso sia espressione di spettacolo, ma in realtà dopo un paio di passaggi diventa noiosa e ripetitiva, troppo lontana da un gesto sportivo oppure spettacolare. Uno sdoganamento che è andato a riabilitare l’esercizio dei tondi, quel esercizio che qualcuno si è dato un gran da fare ad eliminare a fine anni novanta, perché non era un buon esempio. Peccato che per una bella fetta di pubblico quello fosse diventato un appuntamento quasi irrinunciabile. Indimenticabile l’ingresso in parco chiuso sul pavé di Ypres con gente che si arrampicava ovunque, e due o tre marshall con i cani per tenere indietro la folla dei fans che prendeva d’assalto i cancelli del parco chiuso, appena si aprivano per fare entrare un altro concorrente. Fermamente vietati, ed in alcuni casi anche sanzionati sono stati banditi per anni, eretti a simbolo di quello che non si deve fare, ed oggi invece secondo qualcuno sono diventati la quinta essenza dello spettacolo artificiale. Soprattutto quello da mandare sul piccolo schermo, cosa che in realtà risulta poco gradita al pubblico degli addetti ai lavori, ma che con quella ripetitività difficilmente può dare adrenalina ad un pubblico più generalista.

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