Per la squadra di sir Wilson sarebbe davvero il caso di fare una profonda riflessione e capire cosa fare da grandi, a cominciare da quel ponte di comando lasciato nelle mani di un Milliner che oramai da un anno sta gestendo la squadra con una strategia da noleggiatore.
Che il problema sia la mancanza di budget era già evidente nella stagione che Ogier ha portato a Sir Wilson il suo ultimo titolo mondiale, ma con il tempo il budget è continuato a restringersi e la crisi legata al corona virus ha fatto precipitare tutto. Quello che però lascia basiti è la gestione della squadra, che dopo essere stata messa alla frusta da Ogier ha fatto il passo del gambero ritornando a lavorare come prima dell’arrivo della plus, con la differenza che anche la gestione della squadra è entrata nella filosofia del team noleggiatore. La vettura di Suninen in quei diciannove chilometri che è rimasta in strada ha dimostrato di esserci, ed anche se Teemu è andato con il coltello tra i denti è palese che la vettura non era quella dello scorso anno. O meglio è proprio la stessa ma con qualche ritocchino, ma se vogliamo meno della concorrenza, a rimettere le ali alla Fiesta numero 3 sono bastate due giornate di test pregara, e presentarsi con una vettura rialzata come deve essere un’auto ufficiale. Peccato per quel brutto volo, che in realtà non si è capito se l’errore di traiettoria che ha portato la macchina a scivolare via per la tangente sia stato causato da un eccesso di velocità, oppure da una traiettoria non perfetta. Sta di fatto che il ribaltone si è concluso contro un albero, roll-bar piegato e tutti a casa. Difficile da commentare, ma bastonare sulle dita un pilota che non ha il programma completo e visto come Esapekka ha sbattuto la porta a fine 2020, è difficile da credere si accontentino di un pilota disposto a correre gratis, ma probabilmente ha versato obolo per essere al via. Tanto, poco, oppure niente poco cambia l’obbiettivo di Suninen è mettersi in evidenza per il 2022 e non può certo pensare solamente a portare a casa la macchina come nella seconda parte della stagione passata. Ma soprattutto non si può attribuire il ruolo di unico pilota full time a Greensmith, senza entrare nel merito di quale sia il suo teorico potenziale, è un pilota pagante che deve disputare la sua gara in tranquillità come terza vettura. Se non c’è budget per avere due piloti solide su due vetture è davvero meglio lasciare, oppure puntare su una stagione a mezzo servizio. Mettiamo che il più dotato tra gli appiedati è Lappi, con il quale la storia non si è conclusa in maniera idilliaca, ma sul mercato ci sono fior di piloti come: Paddon, Mikkelsen, Meeke e Ostberg tutti e quattro con degli assoluti alle spalle nel WRC e sponsor in grado di pagargli quel gettone che non gli può dare Ford.