EQUAZIONE COSTI E MOTORI

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La soluzione sposata dalla FIA per le vetture Rally1 dal 2022 è quella di continuare con i motori attuali, scelta condivisibile ma non si può dire altrettanto per la filosofia che la riduzione dei costi passi per il contingentamento dei motori o di altri organi.

Dal 2017 quando sul palcoscenico iridato hanno fatto la loro comparsa le WRC plus i costi sono schizzati alle stelle, ed in quattro stagioni la politica del contingentamento di vetture e dei propulsori non sembra avere prodotto i risultati sperati. O meglio i costi della gestione di queste vetture nel complesso della stagione di una squadra è calata di qualche piccolo punto percentuale. Ma l’endurance dei motori e la loro gestione sempre più sofisticata ha fatto salire di molto il costo di ogni singola power unit. Oggi ogni squadra ha a sua disposizione tre motori per ogni vettura (quindi se schiera tre vetture ogni gara disporrà di nove motori, mentre con due vetture i propulsori saranno sei), un numero che dopo una lunga serie di discussioni e confronti si è deciso di tagliare di un terzo. Ovvero ridurre la disponibilità di ogni vettura a due soli motori. Da un veloce conto della serva si tratterebbe di un risparmio di circa una mezza milionata, ed a questo teoricamente dovrebbe aggiungersi quello di un turbo semplificato e qualche altra piccola rivisitazione. Un’economia sensibile ma che nel complesso non riduce i costi in maniera così importante. Se da un lato porterà inevitabilmente a rivedere le strategie motore di una gara, come quella di dare il massimo delle prestazioni nella power stage, dall’altro andrà ad impegnare le case ed i motoristi su un extra lavoro per cercare di limitare al massimo il calo prestazionale e tutto questo ha costi elevatissimi di sviluppo, che obbligatoriamente si ripercuotono sul costo finale dei motori. Il rischio concreto è quello di avere un risparmio sulla stagione percentualmente minimo, ma con vetture dai costi gestionali impossibili che riducono all’osso la possibilità di noleggio di queste nel mondiale, ma anche in gare più corte. Con il noleggio nel mondiale, oppure programmi semi privati praticamente azzerati, per non parlare del mercato dell’usato anche questo inesistente, non tanto per i costi stellari delle vetture ma per i costi chilometrici che sono gli stessi nel WRC, ed in una Ronde. La scelta dei costruttori, ed in particolare quella di M-Sport, di continuare su questa strada lascia veramente perplessi perché soprattutto per la struttura di Wilson il mercato dei noleggi e delle vendite di WRC nuove ed usate è stato sino al 2016 la fonte principale di sostentamento del programma ufficiale. 

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