NEUVILLE INFERNO E PARADISO

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Con un passaggio a tutta sui trentuno chilometri della Zillia Evans stacca uno scratch pesante come il piombo e va a riprendersi di prepotenza quella leadership scippatagli ieri sera da un Neuville che prima della power stage paga alla Fiesta 11”.5 troppi per sperare in un ribaltone finale, ma una foratura lo fa scivolare in terza posizione negli ultimi chilometri della power stage.

I quarantasette chilometri di ieri sera sembravano avere spostato su Neuville i fragili equilibri di questo Tour de Corse, ed anche se Evans aveva meno di una manciata di secondi di ritardo dal Belga, in tanti si attendevano una bella volata finale ma non certo un doppio ribaltone. Vuoi per la solidità e la fame di successo (e punti) di Neuville, vuoi per un Elfyn che in passato come molti apprendisti top driver ha pagato in carattere. Ed invece sui quasi trentadue chilometri della Eaux de Zilia, è partito a tutta come non ci fosse un domani, come sanno fare solo i campionissimi quando la parola d’ordine è vincere. Una volta messe le ali dei dragoni alla sua Fiesta non c’è ne più stato per nessuno, neanche per un Tanak che con Suninen ad una ventina di secondi non si è certo risparmiato, il montante sferrato da Evans lo hanno accusato dieci secondi pesantissimi, mentre Neuville ne ha addirittura pagati 16”.0; esattamente quelli che ieri sera aveva rifilato al Gallese e si visto saltare a piè pari. Con un distacco di 11”.5 la classifica è ritornata quella di quando Tanak ha forato dando l’addio alla lotta per il primato. Troppi anche per un Neuville scatenato (ma sempre alle prese con una vettura con la quale non riesce a stabilire il giusto feeling) quando da fare restano solamente i diciannove chilometri della power stage. Una formalità ma una foratura lenta mette Elfyn in ginocchio e sul traguardo paga la bellezza di un minuto e mezzo e scivola in un amara terza posizione. Neuville invece nonostante un certo appetito per i punti della power stage, quando non nutriva più speranze si ritrova a festeggiare un successo che nel giro di ventiquattro ore aveva accarezzato, perso e ritrovato. Pesante quanto inspettata almeno sino a metà gara la medaglia di argento che Ogier riesce a mettersi al collo; la sua Citroen C3 gli da feeling ma non concretizza perfettamente in velocità, ma quando c’è da tirare fuori le unghie sulle speciali che possono fare la differenza Seb ci mette l’anima e qualcosina in più. Alle sue spalle un terzetto con Sordo, Suninen e Tanak ad una ventina di secondi uno dall’altro, se lo Spagnolo se la prende relativamente comoda ed amministra sulla power stage pensando ai punti costruttori, il Finnico invece tira fuori gli artigli e difende la posizione da un Tanak alla ricerca di qualche punticino iridato in più.  

CLASSIFICA

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