COVID-19 ANCHE IL WRC TREMA

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Giustamente sino a ieri il motorsport Italiano è rimasto attento agli sviluppi dell’emergenza sanitaria nazionale, ma l’altissima contagiosità di questo virus ha oramai sfondato tutte le frontiere, ed il problema di limitazioni dei viaggi tra uno stato e l’altro è oramai realtà, ed a farne le spese potrebbero essere tutte le competizioni internazionali, WRC in testa.  

Il corona virus in Italia ha messo l’intero pianeta sport in ginocchio, ed anche se qualcuno ha da lamentarsi del calcio, per loro avere accettato un marzo a porte chiuse è un disastro senza precedenti. Ma per tornare al nostro pane quotidiano ovvero le corse su strada i problemi potrebbero essere solamente agli inizi, perché qualsiasi sia l’evoluzione dell’emergenza nazionale il contagio oramai sta saltando a tamburo battente tutte le frontiere, creando una serie di problematiche non indifferenti a quei campionati internazionali che viaggiano da un continente all’altro. Oggi i problemi principali sono per i passaporti Cinesi, Coreani, Italiani e qualche altra nazione, ma è abbastanza evidente che per i più fortunati, se vogliamo (oppure più bravi a nascondere la polvere sotto il tappeto), è solo questione di giorni e ben presto sotto la lente ci saranno anche Francesi Tedeschi e Britannici ovvero quelle nazioni che sono il perno del WRC. Ed a quel punto con le frontiere in stato di guerra, con ogni nazione che si blinderà, rendendo obbligatorie le quarantene molte gare salteranno come birilli che il paese ospitante sia o meno sicuro. Per il momento il Messico sembra essere riuscito a sfangarla, visti i pochi casi di contagio presenti nella più grande repubblica centroamericana. Ma prudenzialmente qualche Italiano ha rinunciato alla trasferta, perché dopo avere interpellato diplomatici ed ambasciate ha avuto sempre la stessa risposta, ufficialmente non esistono blocchi, ma essendo sotto la lente di ingrandimento basterebbe una linea di febbre in più per finire in quarantena. Ma forse è ancora più facile imbattersi nel funzionario più zelante per finire in quarantena, oppure se si è in aeroporto optare per un imbarco di ritorno sul primo volo utile. Il caso di Boscariol obbligato a rinunciare alla trasferta Croata al Kumrovec a cui è stata negata l’iscrizione alla gara a poche ore dal via, oppure quello della ben più numerosa comitiva storica iscritta al Costa Brava, è un esempio cristallino del senso in cui si andrà ad evolvere la situazione. Tra dieci, quindici, giorni situazioni del genere probabilmente potrebbero essere all’ordine del giorno e non solo per chi batte passaporto Italiano. Non occorre la palla di cristallo per prevedere che quasi tutte le serie internazionali tra aprile e maggio possano essere travolte da una sorta di tsunami, con il contagio che avanza e le frontiere che si chiudono.

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