CIAR IN RITARDO SUL BINARIO..

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La bontà di una serie nazionale sta nella capacità di proporre non una serie di rally, ma di grandi eventi e prima Alba e subito a ruota il Targa Florio hanno messo in evidenza un equazione tra format di gara e iscritti, troppo compressa che sempre più spesso si avvita su se stessa in ritardi pesantissimi.

In passato più di una volta parlando della massima serie tricolore abbiamo indicato il suo tallone di Achille nel format blindato, diventato ancora più stringente dopo la pandemia, un problema ben più grande del chilometraggio. I rally hanno da sempre avuto la peculiarità di esaltare i territori e le loro specificità, disegnarli su dei format prestampati tre per due o tre per tre è svilente per il prodotto, ma soprattutto è una forma di annullare la meritocrazia, obbligata in un recinto dove è vietato provare a uscire da degli schemi minimali. Una delle contraddizioni di questa standardizzazione, è rifiutarsi di fare di conto con un campionato nazionale che sembra avere una insaziabile sete di iscritti rispetto alle gare minori. Così spesso ci si trova di fronte ad elenchi iscritti che sommando il CRZ, Storiche e a volte anche la regolarità, si naviga attorno alle duecento vetture. Alla faccia dei tetti fissati, e di quelle gare minori che nei rari casi ci si avvicini al tetto massimo devono andare in deroga. Iscritti e format sono due elementi dell’equazione che stridono moltissimo e rischiano di creare gare che si mordono la coda, ed al minimo problema dall’incidente al semplice recupero delle vetture ferme in speciale, tra un passaggio e l’altro, il rischio cortocircuito è elevatissimo. Gli effetti di questi cortocircuiti si sono visti ad Alba ed immediatamente a ruota al Targa Florio, con le vetture dei primi che hanno transitato sulla pedana finale in ritardo di un’ora e mezza due. Sportivamente pedana e premiazione sono marginali, ma in una gara nazionale dove l’organizzazione predispone l’arrivo nel cuore della città, dove si raccolgono anche molti curiosi, l’immagine fornita con ritardi di un paio di ore non è sicuramente quella di un grande evento. Quando succede come ad Alba verrebbe da dare ragione a chi opta per soluzioni senza troppo impegno in angoli periferici o nascosti della città, ma se si vuole essere un grande evento vero sapere coinvolgere a tutti i livelli è fondamentale, entrare nelle città e non nascondersi. Tenere dei format ridotti in scala 1:43, con pochi chilometri di speciale e metterci dentro tante vetture è un non senso da correggere, perché il rischio di ritrovarsi a fare di conto con dei ritardi ferroviari da giornate di sciopero, non deve esistere soprattutto quando si parla di gare di grande spessore.

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