Dallo shake all’arrivo al primo service serale all’Exponor di Matosinhos per tutta la carovana è stata una tirata unica senza sosta, un venerdì con due remote service all’Arganil di venti minuti dove oltre ai meccanici si sono dati da fare anche i piloti, 149 chilometri di speciale con pause limitate a dividere le tre sezioni della giornata. Una tappa d’altri tempi.
Il trasferimento proposto dalla prima tappa con la partenza da Coimbra, la stage spettacolo di Figueira con l’ingresso in parco chiuso poco dopo le otto e mezza e partenza alle sei di mattina, per arrivare sulla prima speciale alle otto e mezza, è stata una bella tirata per tutti i piloti. Ma dopo tre sezioni intervallate da 15 minuti di riordino e 20 di assistenza, conclusa l’ultima speciale di giornata alle venti e trenta si finisce con un trasferimento sempre trafficatissimo verso Porto, dove l’inizio del servizio di fine giornata è previsto per le dieci e un quarto di notte. Una bella sfacchinata e già prima di transitare sulla pedana di Coimbra il solo pensiero ha fatto storcere il naso a molti dei protagonisti, ed alcuni di questi hanno lamentato la mancanza di una vera pausa pranzo. Un immagine emblematica al service è quello di Neuville che sposta le gomme con un panino in mano, addentandolo di tanto in tanto. I due remote service però hanno dimostrato di funzionare molto bene, permettendo di dare un grande respiro territoriale ad una frazione di quasi centocinquanta chilometri cronometrati suddivisi in dieci speciali. Quattro ripetute e tre (compresa la speciale spettacolo di Figueira) percorse solamente una volta, un totale di 149,42 chilometri, ma con ben 93,84 chilometri differenti. Una giornata dal sapore antico quello che tutti rimpiangono, ma ancora prima di diventare un vero long event, ci si lamenta di fatica, o della pausa pranzo saltata. In realtà l’esperimento Portoghese ha mandato in scena una giornata che sarebbe bello rivedere anche in altre gare, tante speciali sulle quali distribuire la solita marea di spettatori, immancabile sulle speciali dell’Arganil. Accontentando chi ama i due passaggi classici in replica, vissuti da campeggiatore, a quelli abituati a vivere la gara spostandosi guardando poche vetture ma qualche speciale di più. Ma soprattutto dando più respiro al percorso si coinvolge un territorio più vasto, adeguato ad un grande evento mondiale, ovviamente avvicinando un pubblico locale più vasto. Sportivamente, ma anche a livello televisivo lo spettacolo l’evento ne ha tratto un grande vantaggio, un formato che con qualche differenza andrà a riprendere la prima tappa dell’Acropoli. Forse sarebbe realmente il caso di lavorare su dei format più aperti e non sempre più chiusi a riccio, a questo proposito è sacrosanto dare ascolto alle lamentele dei piloti e cercare di migliorare la dove è possibile. Ma non cadere nell’errore di fare dettare la geografia degli eventi ai protagonisti, piloti e soprattutto squadre. Il service unico, il colpo di spugna alle gare miste e molti dei cambiamenti di questo venti trent’anni hanno impoverito gli eventi a fronte di benefici minimi ed esclusivamente di parte.