AERODINAMICA VINCENTE

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Un anno fa in pochi avrebbero scommesso sull’impresa di Makinen, noi compresi. Ma in un avvio di stagione del genere non ci credeva lo stesso Makinen. Quello che però tutti, nessuno escluso, abbiamo criticato è il look esagerato, tutte quelle appendici, profili, ed estrattori versione DTM inutili per noi puristi. Invece a fare la differenza sono state proprio quelle.

Lasciando da parte le fasi iniziali della gara Svedese, dove è impossibile esprimere valutazioni tecniche attendibili, considerato che l’ordine di partenza ha giocato un ruolo determinante nelle singole prestazioni. Il maggiore feeling di Latvala con il passare dei chilometri l’ha portato a mettere alla frusta la sua Yaris, ed è emersa una prima importante indicazione tecnica sulle nuove vetture. A Montecarlo nella prova del Turini nella parte asciutta in salita la Toyota aveva evidenziato rispetto alla concorrenza una motorizzazione ancora in debito. Sul ghiaccio questi valori notoriamente si livellano verso il basso, ma non si azzerano del tutto, invece questa volta la vettura con gli occhi a mandorla è sembrata non pagare nulla, anzi.. Visto che in quindici giorni certi gap non si possono recuperare, è evidente l’intervento di un altro fattore e viste le medie orarie stratosferiche del Varmland può solo essere quello aerodinamico. Quelle brutture, come sono state definite, guardate con sufficienza da tutto il popolo dei rally noi compresi, hanno giocato un ruolo determinante in questo primo successo. Andando ad intervenire in maniera importante sulla messa a terra e sul bilanciamento della vettura, andando ad incidere anche sul consumo dei pneumatici. Un risvolto molto interessante che segna un punto anche nei rally a chi ha saputo lavorare in maniera creativa in galleria del vento.                   

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