ADRIATICO FALSA PARTENZA

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La partenza da Senigallia ha dato il via ufficiale al rally Adriatico, una falsa partenza in tutti i sensi visto che poco prima che i concorrenti transitassero sulla pedana di partenza è arrivata la doccia fredda di un drastico taglio del percorso. Un pasticcio degli enti sui permessi, che fa emergere uno dei maggiori problemi delle strade bianche spesso di proprietà demaniale.

Una partenza davvero amara quella dell’Adriatico, costretto a tagliare due speciali Avenale nella prima tappa ridotta da 9.18 a 3.34 e nella seconda frazione Panicali ridotta da 10.13 a 4.82. Due tagli belli corposi che nel complesso hanno azzoppato la gara di Cingoli di ben trentatre chilometri e mezzo. Una bella mazzata visto che i chilometraggi delle gare su terra sono già più ridotti delle gare CIR asfalto. La ragione un banale vizio di forma nei permessi regolarmente presentati in regione, questa nella domanda che da prassi deve ribaltare alle comunità montane, proprietarie a titolo del demanio di molte strade bianche, ha interpellato per errore un altra comunità. Un vizio che può fare sorridere ma che visto come funziona la permessistica nelle corse su strade, non poteva che uscire alla vigilia della gara visto che i permessi vengono oramai concessi last minute, come se concederli con dieci giorni di anticipo per poi revocarli in caso di calamità naturali o simili fosse un sacrilegio. Un problema che non si presenta certo per la prima volta, ma sulle strade sterrate questo è molto più complesso perché spesso si tratta di strade demaniali che spesso non dipendono dai comuni ma dagli enti più svariati: comunità montane, guardia forestale. Così la missione impossibile è rimasta tale, anche perché a complicare il tutto c’è stato anche un incidente nelle ricognizioni, che ha praticamente archiviato la pratica. Un vero peccato più per l’integrità della gara in se, perché si rischia realmente di perdere una della poche gare in terra di livello rimaste nel nostro campionato. Queste cose smontano anche un organizzatore come PRS che è rimasto tra i pochi a credere nella terra, combattendo da anni contro i mulini a vento.            

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