La passata settimana la commissione rally si è riunita da remoto, al centro delle discussioni il varo dei regolamenti tecnici per il 2027, ma l’impressione è che tutto stia pericolosamente rallentato, da una parte nei tira e molla dei differenti soggetti interessati, dall’alta per una FIA oramai sempre più concentrata sulle elezioni di fine anno.
Il rallentamento sul disegno delle FIA nella stesura dei nuovi regolamenti era già evidente nel primo consiglio mondiale di fine febbraio, quando non è emerso uno staccio di proposta regolamentare, tutto rigorosamente fermo alle linee guida di dicembre. In questi mesi le discussioni sono andate avanti, ma di regolamenti da presentare nel consiglio mondiale a Macao nemmeno l’ombra, anzi alle canarie Xavier Mestelan-Pinon, responsabile del dipartimento tecnico della FIA ha spostato la dead line teorica a fine agosto. L’unica reale indicazione è un piccolo passo indietro rispetto alle linee aperturiste sulle motorizzazioni, con l’esclusione delle unità full elettriche. In ballo resterebbero le soluzioni termiche legate a tutti i carburanti, idrogeno compreso, e tutte le declinazioni dell’ibrido. Indicazioni abbastanza vaghe per sciogliere alcuni punti interrogativi nella definizione di ibrido, ovvero come si consideri il sistema utilizzato da Audi alla Dakar con la trasmissione elettrica ma l’utilizzo di un range extender, ovvero un motore termico per ricaricare le batterie. Ad escludere l’elettrico puro probabilmente c’è lo zampino dei costruttori interpellati Toyota e Hyundai, e di una M-Sport più che costruttore, una factory attrezzata a reparto corse, che nei rappresenta se stessa e molto poco Ford. Il fatto che la tecnologia odierna non permetta ancora di competere nelle lunghe gare del WRC sa tanto di facile scusa, dopo quanto Baumschlager e Sthol hanno fatto vedere in Austria. Ad onore del vero va però sottolineato trovare la giusta balance of performance è abbastanza complicato, ed i costi almeno inizialmente non potrebbero rispettare i limiti imposti ai teorici quattrocentocinquanta mila euro. Si è invece aperta la porta alla partecipazione delle nuove top car, le Rally1 odierne, ai campionati internazionali e nazionali, una decisione dalla quale traspare un regolamento molto vicino a quello delle Rally2. Una prossimità che potrebbe assottigliarsi con il prolungarsi dei ritardi nella stesura dei regolamenti. L’idea di avere una prima bozza a fine agosto, destinata probabilmente a diventare definitiva al consiglio mondiale di dicembre, riduce drasticamente i tempi per disegnare e testare le nuove vetture ad un solo anno. Questo probabilmente orienterebbe su delle regole ancora più vicine a quelle delle Rally2, un bene sotto il profilo dei costi, ma con il rischio almeno nel 2027 di ritrovarsi come nel lontano 1987 con un solo costruttore ed un paio di factory lontane dall’essere competitive, perché a budget ridotti.