Il rally di Ungheria, secondo round della serie continentale ripropone lo stesso drammatico finale di un anno fa, delle speciali devastate causano un’ecatombe di forature, rotture e uscite ed a uscirne con le ossa rotta sono i nostri Mabellini e Tempestini costretti a issare bandiera bianca ed a vincere è la Yaris del finlandese Korhonen.
La replica della bouclé odierna esattamente come l’anno passato si è presentata in condizioni devastate, ed ha lasciato il suo pesante segno sulla classifica finale rivoluzionando la top five. L’anno passato a superare illeso le ultime tre speciali è stato Simone Tempestini, invece questa volta è stato lui a pagare subito il tributo più pesante issando bandiera bianca per un uscita di strada, sulla Iszka. Terzo per buona parte della gara, nella speciale precedente rimedia una foratura e perde venti secondi che sommati ai dieci di penalità per avere distrutto una chicane lo fanno scivolare al fondo della top five, e nel tentativo di recuperare almeno Marczyk rovina fuori strada. Ma non va molto meglio a Korhonen e Mabellini, il finlandese nell’ultima prova del mattino si porta a pochi decimi dalla leadership del Mabe, ma la penalità per avere distrutto la chicane lo riporta indietro di una decina di secondi. Così sulla Iszka il due sfidanti per il successo partono sempre a tutta ma forano entrambi, Korhonen perde tredici secondi, mentre Andrea che vede il suo pneumatico afflosciarsi prima dell’ultimo intermedio perde una decina di secondi in più, e deve cedere il timone per sette decimi. Nel trasferimento verso la penultima speciale sostituita la gomma, emerge un problema alla sospensione, ed è costretto con la vettura claudicante a gettare la spugna ed a incamminarsi verso il service. Un colpo durissimo per il bresciano che ha lottato come un leone dal primo all’ultimo metro per il successo finale. Alla fine della penultima Roope che non sapeva ancora del ritiro di Mabellini porta il suo vantaggio sulla Citroen C3 Rally di Ostberg a sfiorare i quaranta, ed a quel punto si accontenta di un finale al piccolissimo trotto, evitando brutti pensieri come andare a caccia dei punti della power stage. Lo Svedese si porta a casa una piazza d’onore pesantissima in ottica campionato, resistendo all’ultimo assalto della Fabia Marczyk terzo per appena 1”.3; un distacco che lascia al polacco la bocca doppiamente amara perché anche lui si è beccato i dieci secondi per l’abbattimento della chicane. A chiudere la top five assoluta troviamo il sorprendente locale Robert Bùtor, che pur partendo dall’oltretomba, perché non iscritto all’ERC, è riuscito a contenere il suo ritardo sotto il minuto. In quinta piazza troviamo il giovanissimo svedese Isak Reiersen, con un paio di minutate abbondanti sul groppone, ma anche tre forature, campanello di allarme per le Hankook in vista del Portogallo WRC.