In Australia nonostante la velocità del percorso le chicane artificiali non abbondavano, ma quella che ha visto Neuville sbattere ha messo in risalto tutti i limiti e la pericolosità di questi rallentamenti artificiali, ma ancora una volta di più ha messo in ridicolo la giustizia sportiva.
La nostra opinione giornalisti, inviati e redazione è sempre stata contro l’utilizzo dei rallentamenti artificiali come le chicane artificiali in cui è inciampato Neuville. Indipendentemente queste vengano utilizzate nel WRC, nel CIR oppure in una Ronde. Una sorta di placebo per le medie orarie, che spesso creano situazioni di maggiore pericolosità, per non parlare di quando sono urtate e spostate alterando così il tracciato e la prestazione. Dopo la levata di scudi targata Hyundai per l’uscita di strada di Mikkelsen (il trattore in strada era quello che aveva riposizionato la chicane), si è cominciato a parlare di chicane virtuali, un sistema che in determinato tratto limita la velocità come avviene nei box della formula 1. Certo la tecnologia oggi può arrivare a questo ed altro, probabilmente un piccolo prezzo ma per una maggiore sicurezza; peccato che questo concetto possa passare per i magnifici ufficiali, ma eventuali ed ulteriori balzelli andrebbero a sfalciare ulteriormente le già ridotte entry list del mondiale. In tutta onestà se possiamo comprendere la Ronde di Canicattì con un organizzatore che si rivolge a qualche agricoltore del posto per creare il rallentamento. Ma che lo facciano delle gare mondiali dove i budget più miseri superano i 2 milioni è cosa indegna, il rallentamento deve essere inamovibile, punto e basta, altrimenti verrà sempre meno la sua valenza sportiva in caso di spostamento e riposizionamento. Cosa inaccettabile per una gara di levatura mondiale. Noi però continuiamo a ritenere questi rallentamenti, a meno che non siano realizzati nello stile arena, siano una porc.. perché sino ad oggi hanno sempre presentato dei problemi di giustizia sportiva e questa abbiamo visto che fa acqua da tutte le parti. Una scure implacabile che in fatto di chicane violate in tutti questi anni ha colpito il solo Ogier in Messico, reo di avere spostato un jersey di plastica. Punizione se vogliamo ineccepibile, peccato che più che di una rigorosa applicazione del codice si trattasse di una ritorsione per quanto fatto in Svezia. Un tema quello della giustizia che nessuno ha sollevato in Australia, vuoi perché il povero Neuville aveva già pagato salato l’urto con le rotoballe della chicane. Non è sicuramente nostra intenzione pretendere sanzioni per questo o per quello, ma dopo il dritto e l’urto che ha spostato l’ostacolo il Belga non ha passato l’ostacolo a destra, ma lo ha passato a sinistra. Ma nessuno si è neppure accorto di questo dettaglio, a dimostrazione che la scure della giustizia sportiva è ritornata ad essere totalmente assente. A meno che non ci siano reclami.