In molti spesso lo paragonano a sir Malcolm ma in realtà Tommy ha creato un team dal niente più assoluto e come David Richards continua a guardarsi intorno pronto a cogliere ogni occasione buona per cercare di creare qualcosa di nuovo oppure alleanze convenienti.
Toyota gazoo WRC, ovvero la struttura di Tommy Makinen ha compiuto da poco il secondo compleanno, ma continua ad evolversi in continuazione, ed impressiona la capacità del quattro volte campione del mondo di sapersi muovere a livello politico pronto a cogliere ogni occasione che gli si presenti davanti. Se con i Giapponesi oramai l’obbiettivo sembra quello di riuscire a prendere direttamente in mano l’intero programma filiera, che potrebbe arrivare a cascata dopo gli ottimi risultati ottenuti con la WRC+. Il primo passo sarà la Yaris R5, progetto che al momento non è andato molto oltre ad un imbastitura di base in attesa di riuscire ad avere in consegna il nuovo atelier Estone, dove dovrebbe trovare posto l’attività clienti. Ma se parlando di R5 i tempi potrebbero essersi allungati un pochino (fine 2019 inizio 2020), Tommy sta continuando una operazione parallela politica al fianco del promoter, che non si limita ad un appoggio alle scelte, anche le più border line di Ciesla e company, in alcuni casi si sta ritagliando un ruolo attivo. Ruolo sottotraccia ma importante, come quello che quest’anno ha favorito l’inserimento della televisione Finlandese nel broadcast live della emissione Tv ed on-line dei programmi live del promoter. Ed in questi giorni sarà interessante vedere quale sarà la sua posizione ora che sta nuovamente venendo a galla la spinosa questione calendari. Gare più short e più numerose, una posizione nettamente pro Giappone, per il momento dopo l’intervento a gamba tesa contro il Sardegna, per poi accorgersi che non era la gara politicamente sotto attacco è rimasto, almeno per ora, nell’ombra. E’ abbastanza evidente che come David punta a mettersi in testa più cappelli, ma se i troppi ruoli alla fine hanno lasciato il baronetto di Banbury con un pugno di mosche in mano (castello e conto in banca a parte), Tommy sta rischiando anche di più visto che l’operazione Toyota è stata un successo ma con meno di due anni di vita è ancora lungi dall’essere consolidata.